Storia della calce

La calce è un antico materiale che ha segnato tappe fondamentali nella storia millenaria dell’edilizia e dell’architettura.

Durante l’Impero Romano la calce fu ampiamente utilizzata come materiale da costruzione. Ancor oggi si possono trovare opere di quel periodo in ottimo stato strutturale grazie alle caratteristiche costruttive di questo meraviglioso materiale.

Nel Medioevo e nel Rinascimento l’uso della calce ebbe una larghissima diffusione, affidata ad artigiani esperti, che ne custodivano gelosamente i segreti.

Anche nell’opera di restauro, l’impiego del grassello stagionato rappresenta il più delle volte una scelta obbligata.

Nel grassello stagionato, la presenza di magnesio può imporre una fase di lavorazione lunga e costosa, ma riesce a conferire al prodotto finito applicato una più alta tenacità, che diventa caratteristica importante nella formulazione di intonachini e stucchi.

Le finiture a calce appaiono preferibili per diversi aspetti, quali plasticità, lavorabilità, benessere abitativo. Sono permeabili al vapore e sviluppano un’azione antimuffa e antisettica che si protrae nel tempo. Le superfici decorate a calce nel tempo migliorano l’aspetto, enfatizzando sempre più la naturalezza delle tinte e delle sfumature.

Dalla pietra alla pietra

Il ciclo di lavorazione

Il ciclo di lavorazione della calce parte dalla pietra e arriva nuovamente alla pietra, attraverso una serie di passaggi che la trasformano, separano alcuni elementi, ed infine ne ricreano la sua natura minerale ma con la forma e l’aspetto che noi ricerchiamo lasciando inalterata la sua naturalità, resistenza e traspirabilità.
Le fasi di lavorazione sono:

  • Il minerale utilizzato per la produzione della calce è il ciottolo di fiume, pulito e dilavato.
    Il ciottolo è costituito da carbonato di calcio ricco di carbonato di magnesio, che conferisce al prodotto finito una alta tenacità e resistenza agli agenti atmosferici, caratteristica importante nella formulazione di intonachini e stucchi a base di calce adatti ad un impiego in esterno.

  • La cottura del ciottolo viene fatta in forni ad una temperatura costante di 900/1000° C.
    Durante questa fase, il carbonato di calcio ed il carbonato di magnesio si liberano dall’anidride carbonica in essi contenuta, e la pietra perde così sino ad un terzo del suo peso.
    Ciò che si ottiene è una sostanza caustica, instabile, denominata ossido di calcio (e di magnesio) anche conosciuta come “calce viva”.

  • I ciottoli cotti “calce viva” vengono trasferiti al reparto spegnimento, introdotti in uno spegnicalce dove a contatto continuo e costante con acqua generano una reazione chimico fisica cambiando dallo stato solido allo stato plastico meglio conosciuto come calce spenta o “grassello”.
    Tanta più acqua sarà aggiunta nello spegnimento, tanto più efficace sarà la trasformazione chimica degli ossidi in idrossidi, processo che comunque continuerà lentamente durante la fase di stagionatura.

  • Il grassello di calce “fresco” ottenuto viene depositato in fosse dove inizia la fase di stagionatura, che dura minimo 3 mesi per la calce usata nella preparazione delle malte, a 24 mesi e oltre per quella usata nella preparazione delle finiture.
    A 3 mesi il grassello ha un aspetto cremoso e morbido. Dopo circa 24 mesi i cristalli della sospensione di idrossido di calcio, per successiva idratazione che bagna le particelle in sospensione fino a renderle sempre più elementari, da macro divengono micro e si orientano per creazione di un debole campo elettrico in file quasi parallele, dando porosità e consistenza.
    Nel caso delle finiture a calce, se un buon prodotto è applicato correttamente, il fattore tempo con i processi chimici coinvolti nell’invecchiamento possono esaltarne le caratteristiche tecniche ed estetiche.

Settori di utilizzo

Industria

Ossido di calcio per siderurgia

Edilizia

Grassello di calce stagionato

Malte per intonaco

Cocciopesto

Agricoltura

Ossido di calcio correttivo per acidità terreni

Grassello di calce

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